Cosenza - Una nuova visione per il Rendano

Presentata la nuova stagione e il progetto triennale per trasformare il Teatro in un centro culturale multidisciplinare e aperto alla città

A cura di Redazione
10 ottobre 2025 17:30
Cosenza - Una nuova visione per il Rendano -
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Cosenza - Parte il nuovo progetto per il Teatro Rendano come Polo Culturale Espanso, finalizzato anche alla creazione di un brand culturale identitario, riconoscibile e coerente con una rinnovata visione, strategia e narrazione della principale istituzione culturale cittadina.

Il progetto, che abbraccia il triennio 2025/2027, mira non solo a dare un’attenzione particolare al territorio in una prospettiva globale, ma anche a valorizzare la tradizione dei repertori e degli allestimenti. Il tutto in una logica di creatività aperta alla contemporaneità emergente e alle nuove generazioni.

L’obiettivo è quello di rafforzare il legame con il pubblico, fidelizzandone di nuovo, e allo stesso tempo consolidare il ruolo centrale del Teatro Rendano come punto di riferimento artistico-musicale non solo per la città, ma per l’intera regione.

Il nuovo corso del Rendano prenderà il via il 19 ottobre alle ore 18.00 con l’apertura della stagione 2025 e l’esecuzione del “Bolero” di Ravel. Il programma proseguirà il 31 ottobre alle ore 20.30 con “Giselle” a cura del Ballet de Barcelona. Il primo titolo operistico sarà “Carmen” di Georges Bizet, in scena il 14 novembre alle 20.30 e il 16 novembre alle 17.00, in occasione dei 150 anni dalla morte del compositore e dalla prima rappresentazione dell’opera. A dicembre sarà la volta di “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, previsto per il 20 dicembre alle ore 20.30 e in replica il 21 dicembre alle ore 18.00.

Il progetto e la stagione sono stati presentati in conferenza stampa alla presenza del Sindaco Franz Caruso, del nuovo direttore artistico Chiara Giordano, della consigliera alla Cultura Antonietta Cozza, del maestro Francesco Perri, direttore dell’Orchestra Sinfonica Brutia, e del dirigente del settore cultura del Comune, Giuseppe Bruno.

Obiettivo dichiarato è proiettare lo spettatore in una dimensione di meraviglia emotiva e culturale, facendo del teatro una vera e propria casa della Meraviglia, come recita anche il claim che accompagnerà la stagione.

Il Sindaco Franz Caruso, definendo il Teatro Rendano “una delle realtà più preziose della città e della regione”, ha annunciato l’avvio della nuova stagione insieme a un progetto ambizioso di sviluppo triennale, volto a rendere il Rendano competitivo a livello nazionale e internazionale, mantenendo saldo il legame con la tradizione e al tempo stesso aprendosi a nuovi linguaggi, collaborazioni e pubblici. Ha inoltre sottolineato l’importanza della direzione artistica affidata a Chiara Giordano, che rappresenta un cambio di passo basato su qualità artistica, formazione, coinvolgimento del pubblico e dialogo con il territorio.

Il progetto triennale del Rendano si muove attorno a tre direttrici principali: la lirica, cuore identitario del teatro, che si arricchirà di nuove produzioni e di artisti di caratura nazionale e internazionale; la danza, che torna al centro con produzioni e compagnie di rilievo accanto ad artisti emergenti; e un piano articolato di attività multidisciplinari, pensate per valorizzare anche il patrimonio immateriale del territorio, coerentemente con la missione dei Teatri di Tradizione.

Il teatro viene così pensato non solo come palcoscenico, ma come ecosistema culturale. Accanto alla programmazione principale, il progetto include iniziative per i giovani, per le scuole e le famiglie, eventi tematici che uniscono arte, letteratura, cinema, iniziative urbane per portare il teatro tra le persone e nei quartieri, attività educational, talk, incontri con artisti, proiezioni e degustazioni a tema.

Il Rendano si consolida dunque come polo culturale strategico per la città e per la regione, con il sostegno del Ministero e con l’obiettivo di attrarre nuove risorse pubbliche e private, anche grazie all’Art Bonus. Il Sindaco ha inoltre ribadito l’obiettivo di riportare il pubblico a teatro, anche da fuori regione e dall’estero, offrendo un’esperienza culturale completa e immersiva, in grado di parlare al futuro, alla crescita, alla bellezza e alla cittadinanza attiva.

Nel suo intervento, Chiara Giordano ha illustrato le parole chiave del progetto: polo culturale espanso, brand identitario, catalizzatore di valore. Ha spiegato che il progetto non consiste solo in una programmazione artistica, ma in una visione sistemica fondata su comunità, presenza attiva, relazioni e condivisione. Il teatro viene così definito come chiesa laica”, un luogo che deve vivere del rapporto quotidiano con le persone e con il tessuto culturale locale.

La nuova stagione sarà composta da una programmazione a più voci, comprendente lirica, danza, una sezione dedicata alla nuova creatività under 40 chiamata “Rendano Young & Open”, e la sezione “Rendano Speciale / Experience & Explorer”, con attività che spaziano dai talk con esperti alle visite nel backstage, dalle proiezioni alle degustazioni tematiche. Il macro-tema del triennio è la relazione uomo-donna, nel 2025 declinata in chiave femminile, popolare e popolana, all’interno del quale si inseriscono le opere “Carmen” e “Pagliacci”.

Durante la conferenza è stata presentata anche la IV stagione concertistica dell’Orchestra Sinfonica Brutia, che inizierà il 17 ottobre al Teatro Rendano, con un programma intitolato “Armonie Trasversali”, per esplorare i molteplici linguaggi della musica: dalla classica al contemporaneo, fino al jazz e alle colonne sonore. In cartellone artisti di rilievo nazionale e internazionale come Giuliano Carmignola, Enrico Pieranunzi, Giovanni Sollima, Maria Perrotta e il giovane talento Giancarlo Grande, vincitore del Premio Nazionale delle Arti. La stagione si concluderà il 12 dicembre, superando i 40 concerti nell’arco dell’anno.

Antonietta Cozza, nella parte conclusiva della conferenza, ha parlato di “una scommessa ipotizzata e sognata”, immaginando un teatro sempre aperto, attraversabile, vivo, capace di far innamorare chiunque entri al suo interno, con l’intento di portare il teatro tra la gente, e farne un simbolo culturale condiviso e diffuso.

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