Sanità, Calabria in crisi tra tagli, rinunce e privatizzazione, il diritto alla salute a rischio

Cure negate, più spese per le famiglie, PNRR al palo, medici in fuga. La fotografia del rapporto Gimbe sintetizza una crisi profonda

A cura di Redazione
08 ottobre 2025 13:30
Sanità, Calabria in crisi tra tagli, rinunce e privatizzazione, il diritto alla salute a rischio -
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Calabria - La Calabria si trova ancora una volta al centro di un quadro critico che testimonia le profonde difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nelle regioni del Sud Italia. Secondo l’8° Rapporto GIMBE presentato recentemente, la sanità calabrese affronta numerosi problemi che mettono a rischio l’accesso equo e la qualità delle cure per i suoi cittadini.

Riparto del Fondo Sanitario Nazionale e risorse per la Calabria

Nel 2023 la Calabria ha ricevuto un Fondo Sanitario Nazionale (FSN) pro-capite pari a € 2.091, leggermente superiore alla media nazionale di € 2.008, con un incremento di € 83 rispetto al 2022, più alto della media nazionale (+€ 71). Nel 2024 il FSN pro-capite per la regione è salito a € 2.182, quasi in linea con la media nazionale di € 2.181.

Nonostante ciò, queste risorse si traducono in servizi spesso inadeguati, anche per l’incapacità del sistema regionale di utilizzare pienamente i finanziamenti e per la disparità nei criteri di riparto che penalizzano storicamente le regioni meridionali, Calabria compresa.

Rinunce alle cure: un problema che cresce

La situazione dei cittadini calabresi è aggravata dall’aumento delle rinunce alle prestazioni sanitarie. Nel 2024, infatti, circa il 10% della popolazione (oltre 180 mila persone) ha dichiarato di aver rinunciato a una o più prestazioni sanitarie, superando la media nazionale del 9,9% e registrando un incremento di 2,7 punti percentuali rispetto al 2023.

Questa rinuncia è indice di difficoltà economiche, di organizzazione e di accesso ai servizi, e sottolinea quanto sia fragile la tutela del diritto alla salute in Calabria.

Aspettativa di vita e qualità dei servizi

L’aspettativa di vita alla nascita in Calabria nel 2024 si attesta a 82,3 anni, inferiore alla media nazionale di 83,4 anni. Questo gap è un segnale drammatico della qualità dei servizi sanitari e delle condizioni socio-economiche nella regione, con ripercussioni dirette sulla salute della popolazione.

Personale sanitario: carenze e squilibri preoccupanti

Il personale sanitario in Calabria è al di sotto della media nazionale. Nel 2023 la regione conta 10,2 operatori sanitari ogni 1.000 abitanti rispetto agli 11,9 della media italiana. In particolare, ci sono 1,84 medici dipendenti per 1.000 abitanti (vicino alla media nazionale di 1,85) ma solo 4 infermieri per 1.000 abitanti, rispetto ai 4,7 a livello nazionale.

Il rapporto tra medici e infermieri in Calabria è di 2,18, più basso della media nazionale di 2,54, un dato che evidenzia una carenza significativa di infermieri rispetto ai medici, con conseguenze sulla qualità dell’assistenza.

Ritardi nell’attuazione del PNRR: case e ospedali di comunità ancora bloccati

Un altro elemento critico è rappresentato dai ritardi nell’implementazione delle strutture territoriali previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Al 30 giugno 2025, la Calabria ha attivato solo 2 Case della Comunità, con tutti i servizi obbligatori, ma senza la presenza di medici e infermieri. Per quanto riguarda gli Ospedali di Comunità, su 20 programmati nessuno è stato dichiarato attivo.

Al contrario, le Centrali Operative Territoriali sono al 100% funzionanti, un risultato positivo, ma insufficiente a compensare la carenza di strutture con personale sanitario dedicato.

Livelli Essenziali di Assistenza: una performance ancora insufficiente

Nel 2023, la Calabria ha ottenuto un punteggio complessivo di 177 su 300 per l’adempimento ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), un dato migliorato rispetto al 2022 (+41), ma che lascia la regione al 19° posto tra regioni e province autonome, con inadempienze soprattutto nell’assistenza distrettuale.

Questo indica come le prestazioni garantite dal SSN non siano ancora soddisfacenti, soprattutto nei servizi di prossimità, fondamentali per garantire un’assistenza efficace e tempestiva.

Una sanità pubblica a rischio, con il privato in crescita

La situazione di difficoltà della sanità pubblica calabrese rischia di favorire la crescita del settore privato, spesso l’unica alternativa per i cittadini che devono rivolgersi a strutture fuori regione o a servizi a pagamento, aggravando le disuguaglianze e l’accesso alle cure.

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