Mendicino si prepara ad accogliere “Cantica Antigonae” nella rassegna Sguardi a Sud 2025
Una rilettura potente e necessaria del mito di Antigone per interrogare il presente tra conflitti, dignità e responsabilità
Ci sono storie che non smettono di bussare alla nostra epoca, e una di queste è Antigone. Sabato 13 dicembre, alle ore 18, il Teatro Comunale di Mendicino ospiterà “Cantica Antigonae – lamento per il corpo del nemico”, la nuova e attesissima produzione di Astràgali Teatro, nell’ambito dell’ottava edizione di Sguardi a Sud – Suoni e visioni del presente 2025.
La rassegna, ideata da Porta Cenere con la direzione artistica di Mario Massaro e sostenuta dalla Fondazione Carical con il patrocinio del Comune di Mendicino, conferma ancora una volta la propria capacità di portare in scena lavori che interrogano il mondo di oggi con forza e lucidità.
La vicenda è nota, ma la sua risonanza resta sorprendentemente attuale. Antigone, travolta dalla maledizione familiare e dal conflitto fratricida tra Eteocle e Polinice, decide di compiere un gesto che la contrappone al potere: dare sepoltura al fratello considerato traditore. Un atto semplice e radicale, capace di incrinare un ordine fondato sulla paura e sulla punizione. Di fronte alle guerre e ai conflitti che attraversano il nostro presente, quel gesto diventa una domanda urgente: fino a che punto siamo disposti a difendere la vita e la dignità, anche quando riguarda “l’altro”?
“Cantica Antigonae” è un lavoro che non si limita a raccontare un mito, ma lo mette in relazione diretta con le fratture del nostro tempo. Mario Massaro spiega: «Abbiamo scelto questo spettacolo perché parla di responsabilità, di scelte coraggiose, di dignità. Antigone ci chiede di guardare oltre le contrapposizioni e di non smettere di riconoscere l’umanità anche dove sembra più difficile. È un messaggio che oggi sentiamo indispensabile».
L’opera, scritta da Fabio Tolledi e interpretata da Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Matteo Mele, Onur Uysal e Anna Cinzia Villani, nasce da oltre due anni di residenze internazionali e performance nei luoghi aperti. In questa nuova versione teatrale conserva tutta la sua intensità: un’indagine scenica ispirata alla lettura di Antigone proposta dalla filosofa spagnola María Zambrano.
Zambrano immagina Antigone rinchiusa e sepolta viva, in uno spazio sospeso dove le presenze della sua storia tornano a cercarla. Lì prende forma una piccola comunità che si interroga su come cambiare il corso degli eventi, su come spezzare la catena della violenza. «Antigone continua a delirare, speranzosa giustizia senza vendetta… Non possiamo evitare di sentirla perché la tomba di Antigone è la nostra coscienza ottenebrata», scrive la filosofa. Il lavoro di Astràgali Teatro restituisce quella voce al centro della scena: una voce che non consola, ma illumina; che non offre soluzioni facili, ma esige attenzione e responsabilità.
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