"L'Emozione dell'Identità" al Museo di Cariati: Un Incontro sulle Radici dell'Emigrazione e del Turismo delle Radici

Il Mu.MAM luogo di connessione tra culture, generazioni, rimasti e partiti

A cura di Redazione
07 settembre 2025 22:00
"L'Emozione dell'Identità" al Museo di Cariati: Un Incontro sulle Radici dell'Emigrazione e del Turismo delle Radici -
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Cariati - Il Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni (Mu.MAM) di Cariati ha ospitato un incontro emozionante e partecipato dal titolo "L'emozione dell'identità", un evento che ha messo al centro le storie di emigrazione, ritorni e la connessione tra le generazioni, siano esse rimaste o partite. La serata, che ha richiamato diversi partecipanti sia locali che internazionali, si è svolta in un clima di condivisione, riflessione e profonda connessione con le radici storiche e culturali di Cariati e delle comunità di emigrati calabresi nel mondo.

L'incontro ha esplorato le emozioni legate alla partenza e al ritorno, e soprattutto l'importanza di mantenere viva l'identità che unisce le persone, attraverso la lingua, la cultura e la memoria storica. Il Mu.MAM, recentemente inserito nella Rete Nazionale dei Musei dell’Emigrazione, si è confermato come punto di riferimento simbolico per le comunità italiane di ritorno e per le nuove generazioni di emigrati, un luogo che favorisce il dialogo e il rafforzamento dei legami con il passato.

Durante il primo intervento, organizzato dalla studiosa e responsabile del museo Assunta Scorpiniti, è emerso il forte legame che unisce le persone alla propria terra d'origine. Il tema dell’identità, radicata in chi è partito e in chi è rimasto, ha trovato riscontro nelle testimonianze di emigrati, rimpatriati e giovani italiani residenti all'estero. Tra i partecipanti, Alda Montesanto, Delegata alla Cultura del Comune di Cariati, e Antonio Scarnato, Delegato al Turismo, hanno portato il saluto istituzionale, insieme a numerosi emigrati da Germania, Brasile, Argentina e Stati Uniti, che hanno arricchito il dibattito con le loro esperienze.

Le storie raccontate durante la serata hanno toccato il cuore di molti. Cataldo Caruso, diacono a Hagen (Germania), ha raccontato la sua partenza a soli 16 anni nel 1973 per raggiungere il padre, un viaggio che lo ha portato a diventare un punto di riferimento religioso e sociale per la comunità calabrese. Giovanni Calabrò, emigrato a Fellbach negli anni Settanta e recentemente rimpatriato, ha raccontato come ha costruito ponti tra le comunità italiane e tedesche. Le testimonianze di Cataldo Russo, che a 13 anni partì per la Germania e divenne imprenditore nel settore della ristorazione, hanno raccontato la forza dei legami familiari e l'amore per la propria terra.

Anche il racconto di Filomena Fazio, che ha studiato scienze politiche a Bologna e ora vive a Parigi, ha sollevato riflessioni sull'identità plurale e il significato del ritorno: "Solo se avesse un senso", ha dichiarato, esprimendo il desiderio di un ritorno che non sia solo fisico, ma anche emotivo.

Le storie di Matias Agazio, italodiscendente di terza generazione in Argentina, e di Giovannina Serafini, docente di italiano in Brasile, hanno messo in evidenza l'importanza del legame tra le nuove generazioni e le origini italiane. Matias ha raccontato la sua emozione nel parlare italiano con connazionali, ispirato dai racconti del nonno, che negli anni Sessanta emigrò da Cariati a Buenos Aires. Giovannina ha sottolineato come gli italodiscendenti di oggi abbiano un forte desiderio di scoprire le proprie radici, specialmente nei piccoli paesi da cui i loro antenati sono partiti.

La seconda parte dell'incontro è stata dedicata al Turismo delle Radici, una forma di turismo che coinvolge milioni di persone, discendenti di emigrati italiani sparsi nel mondo. Nella Leo, referente di Italea Calabria, ha spiegato come il programma Italea, promosso dal Ministero degli Affari Esteri, supporti la valorizzazione dei luoghi d'origine degli emigrati e la promozione di un turismo consapevole. Il turismo delle radici, infatti, non solo favorisce la conoscenza della propria storia familiare, ma contribuisce anche alla crescita economica e culturale dei territori.

Un tema centrale del dibattito è stato l'uso delle nuove tecnologie per risalire alle proprie origini. Il professor Alberto Montesanto, docente di Genetica all'Università della Calabria, ha illustrato come l’intelligenza artificiale e gli studi di genetica possano facilitare la ricerca genealogica, offrendo nuovi strumenti per ricostruire la rete familiare. Presto, grazie alla collaborazione tra l’Università e il Comune di Cariati, sarà possibile effettuare ricerche genealogiche direttamente al museo, un'iniziativa che contribuirà a consolidare il legame tra i discendenti degli emigrati e il loro paese d’origine.

L'incontro si è concluso con una carrellata di fotografie e storie di italodiscendenti che, provenienti da tutto il mondo, hanno fatto tappa al museo per riscoprire le proprie origini. Tra i momenti più emozionanti, la performance musicale di Rocco Russo, cantautore cariatese residente in Germania, che ha interpretato il brano "Terra mia", simbolo di un ritorno alle radici che non si ferma mai.

Un evento che ha dimostrato come il legame tra emigrazione e identità non si sia mai spezzato, e che ha contribuito a rafforzare la consapevolezza che, attraverso la cultura, la storia e il turismo, si possa continuare a mantenere vivo il ricordo di chi è partito e di chi è rimasto. Il Mu.MAM di Cariati, ancora una volta, si è confermato come un luogo di connessione tra passato e futuro, tra chi è partito e chi è rimasto.

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