Tim cede Telecontact a DNA: UGL annuncia mobilitazione dei 1600 lavoratori
Dopo due incontri senza garanzie, l’UGL sottolinea la necessità di tutelare occupazione e professionalità dei lavoratori
Calabria - Nella giornata di ieri e stamattina si sono tenuti due incontri relativi alla vicenda riguardante la decisione di Tim di conferire il ramo di azienda di Telecontact nella neo-costituita società D.N.A. s.r.l., attraverso la fusione con un ramo d’azienda del Gruppo Distribuzione. Due incontri e due distinte procedure di legge che, comunque, hanno prodotto la stessa valutazione negativa da parte delle organizzazioni sindacali e dei rappresentanti dei lavoratori. L’incontro di ieri ha riguardato la procedura art.47 legge 428 del 1990. Come dichiarano dalla UGL Telecomunicazioni, “Malgrado le rassicurazioni di Tim sulla validità dell’iniziativa messa in campo, non ci sono state garanzie dettagliate rispetto alla tenuta complessiva di un progetto che, a nostro avviso, ha già un vizio di origine: la cessione da parte di Tim di 1600 lavoratori che, per oltre un ventennio, hanno contribuito, con la loro professionalità, a scrivere una pagina importante nella gestione del servizio clienti del gruppo”.
Secondo l’organizzazione sindacale, “Tim, anche attraverso questa operazione, nega e mortifica la sua storia come azienda faro del settore”. Non sono bastate le conferme riguardo tutte le tutele previste dalla legge, dal contratto di settore e dagli accordi relativi al secondo livello contrattuale siglati negli ultimi anni. Le parti sociali, sottolinea l’UGL, “non hanno ricevuto garanzie rispetto alla tenuta complessiva del progetto. Rimangono poco chiare le reali motivazioni che impediscono a Tim di costruire un progetto di riqualificazione del personale al suo interno, soprattutto considerando le opportunità legate alla digitalizzazione”. “La domanda sorge spontanea: se il progetto, tanto sponsorizzato da Tim, è così importante e innovativo, perché la stessa azienda dovrebbe sfilarsi dallo stesso dopo appena quattro anni?” aggiunge la UGL, esprimendo forte preoccupazione per il futuro occupazionale di Telecontact e del Gruppo Distribuzione, che nella vertenza sembra essere un convitato di pietra.
Anche l’incontro di stamattina, presso il Ministero del Lavoro, relativo alla seconda fase della procedura di raffreddamento aperta da tutte le organizzazioni sindacali, “ha ulteriormente rimarcato le distanze tra la visione di Tim e quella delle organizzazioni sindacali, sancendo la chiusura con un verbale dall’esito negativo”, dichiarano i sindacati. Alla luce di quanto accaduto, la UGL afferma che “È inevitabile attivare le procedure di mobilitazione dei lavoratori di Telecontact, che, per rispetto della loro storia e della loro professionalità, hanno diritto a manifestare, nelle modalità più opportune, il loro No al progetto di cessione a DNA s.r.l.. La UGL Telecomunicazioni porterà avanti, con determinazione e ragionevolezza, una battaglia che, nel metodo e nel merito, determinerà il futuro di 1600 lavoratori e lavoratrici”.
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