L’autunno insegna a sentire: a Lattarico i bambini scoprono la natura con tutti i sensi
L’iniziativa ha coinvolto nei giorni scorsi le scuole primarie di Mandatoriccio, Pietrapaola e Scala Coeli
LATTARICO (CS), sabato 15 novembre 2025 – L’autunno è la stagione che più di ogni altra insegna a osservare, ascoltare, toccare. Mostra il cambiamento, invita alla calma e trasforma ogni angolo di natura in un’occasione di scoperta. È partendo da questa consapevolezza che i bambini della Sezione Regina di Lattarico, guidati dall’equipe di educatrici della Cooperativa Maya e coordinati dalla pedagogista Teresa Pia Renzo, hanno vissuto un percorso educativo immersivo fatto di foglie, profumi, colori e piccoli gesti che diventano apprendimenti.
All’asilo nido comunale Regina, infatti, l’autunno si è trasformato in un grande laboratorio all’aperto. Le foglie cadute, le pigne, le ghiande e le castagne sono diventate strumenti didattici capaci di stimolare curiosità e immaginazione. Tra percorsi sensoriali a piedi nudi, pensati per affinare il tatto e favorire il movimento, e collage creativi realizzati con materiali naturali, i bambini hanno trasformato il giardino in un mondo da esplorare. Anche l’uva è entrata in scena come gioco e scoperta: con i tappi di sughero hanno colorato grappoli e si sono immedesimati in piccoli contadini alle prese con la raccolta.
«Ogni stagione porta con sé un messaggio educativo» spiega la pedagogista Teresa Pia Renzo. «L’autunno insegna l’attesa, la trasformazione, la lentezza. È il tempo perfetto per allenare i sensi, perché solo sentendo si impara davvero. In un mondo che corre, noi scegliamo di far fermare i bambini, farli toccare, annusare, ascoltare. Così crescono consapevoli, curiosi e felici».
Le attività della sezione Regina riflettono la filosofia dello studio pedagogico Renzo: integrare creatività, psicomotricità e identità territoriale, trasformando la quotidianità in occasione educativa. Ogni esperienza, anche la più semplice, diventa un tassello nella costruzione dell’autonomia e della meraviglia.
Perché – conclude Renzo – «educare non significa insegnare a guardare, ma insegnare a vedere».
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