Giornata dei Defunti: Mons. Aloise guida le celebrazioni nella Diocesi di Rossano-Cariati

Fede, speranza e amore nei cimiteri di Corigliano, Rossano e Cariati: l’Arcivescovo Aloise ricorda i defunti e invita alla comunione e al servizio

A cura di Redazione
03 novembre 2025 11:00
Giornata dei Defunti: Mons. Aloise guida le celebrazioni nella Diocesi di Rossano-Cariati -
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Si sono svolte ieri le celebrazioni per la Giornata dei Defunti nei cimiteri di Corigliano, Rossano e Cariati, presiedute dall’Arcivescovo Mons. Maurizio Aloise, alla presenza delle autorità civili e militari.

“È una giornata di fede, di speranza e di amore – ha sottolineato Mons. Aloise – in cui ricordiamo i nostri cari che ci hanno preceduto e rinnoviamo la nostra fiducia nel Dio che è gloria dei credenti”.

Rifacendosi alle letture del giorno, l’Arcivescovo ha ricordato il messaggio di Isaia: “Il Signore eliminerà la morte per sempre, asciugherà le lacrime su ogni volto”. Mons. Aloise ha evidenziato come Dio non sia indifferente al dolore umano, ma lo accolga e lo trasformi: “In Gesù Cristo, Figlio suo, ha vinto la morte, trasformandola in passaggio alla vita eterna. La promessa di Isaia si realizza sul Golgota e nel sepolcro vuoto di Pasqua: la morte non ha più l’ultima parola”.

Il Vangelo di Matteo, ha proseguito Mons. Aloise, ci invita a riflettere sul giudizio finale e sulla misura dell’amore: “Ogni gesto di bontà, ogni parola di consolazione, ogni atto di perdono ha un valore eterno. Gesù si riconosce nel volto del povero, del malato, del carcerato, di chi è solo. Tutto ciò che facciamo a loro, lo facciamo a Lui”.

L’Arcivescovo ha richiamato le parole di Papa Leone, ricordando che la Chiesa chiama tutti a servire e a cercare insieme la verità, e che la porta del Regno si apre per chi ha saputo amare. “Cambiare i fiori o accendere il lumino sulle tombe dei nostri cari è un gesto religioso, ma la vera comunione si costruisce con l’amore e il servizio generoso”.

Mons. Aloise ha concluso sottolineando che ricordare i defunti non è un atto di nostalgia, ma di comunione: “Essi vivono in Dio e in Lui restiamo uniti. La morte non spezza la comunione, ma la trasfigura. Oggi celebriamo l’amore che non muore e affidiamo le anime dei nostri fratelli defunti al Signore, chiedendo che partecipino al banchetto eterno, dove ogni lacrima sarà asciugata”.

“Non celebriamo la fine – ha concluso l’Arcivescovo – ma la vita che non finisce. Mentre nominiamo i nostri cari e accendiamo una candela, diciamo al Signore: ‘Ecco il nostro Dio, in Lui abbiamo sperato’. Rallegriamoci per la sua salvezza e affidiamo tutto a Lui”.

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