Cosenza - Piero Marrazzo ha presentato il suo “Storia senza eroi”
Cosenza– Ieri pomeriggio, nella sede gremita della Fondazione Premio Sila, Piero Marrazzo ha presentato il suo nuovo libro “Storia senza eroi”, pubblicato da Marsilio per la Collana Specchi. L’evento...

Cosenza– Ieri pomeriggio, nella sede gremita della Fondazione Premio Sila, Piero Marrazzo ha presentato il suo nuovo libro “Storia senza eroi”, pubblicato da Marsilio per la Collana Specchi. L’evento ha offerto un interessante momento di confronto e riflessione su politica, verità e peso dei segreti familiari. Caratterizzato da un dialogo diretto e senza filtri tra Marrazzo e l’avvocato Enzo Paolini, presidente della Fondazione Premio Sila, ha visto il pubblico rapito da una narrazione che unisce storie personali e un’analisi critica della realtà mediatica e politica italiana.
“Io che l’ho letto dico che è una storia di padri e figli, di amore; il padre di questa storia è Piero Marrazzo e il figlio di questa storia è sempre Piero Marrazzo – ha esordito l’avvocato Paolini –. È un incrocio incredibile di vicende, una specie di sliding doors che fa domandare come sarebbe andata se non fosse avvenuto un certo fatto”. Questa sua osservazione ha posto le basi per un percorso narrativo che vede nel libro non solo il racconto di una vicenda personale, ma anche l’eco di una storia più ampia, fatta di responsabilità e di verità da svelare.
“‘Storia senza eroi’ è la prosecuzione dell’identità, il germoglio della mia famiglia – ha esclamato Marrazzo –. Il libro, che si apre come un giallo personale, rivela come il percorso di vita dell’autore sia stato segnato dall’ipocrisia, dai segreti custoditi gelosamente dai suoi nonni, i “primi ad essere colpevolmente ipocriti”. E dalla vicenda personale che l’ha visto “sbattuto come un mostro, in prima pagina” mentre era presidente della Regione Lazio. Marrazzo ha raccontato che le sue figlie – Giulia, Diletta e Chiara – gli hanno detto “Papà, adesso basta”, spingendolo a scrivere per ricordare e per far conoscere quella verità che troppo a lungo era stata nascosta.
In un passaggio particolarmente intenso, lo scrittore ha sottolineato: “Cercavamo sempre di unire il Paese, di trovare qual era il punto di caduta. Io ho scritto questo libro pensando a quello che avrei detto, magari, alle primarie del 2013, se ci fossi arrivato. Noi dobbiamo fare un sacrificio anche di fronte a chi vuole colpire il politico con il privato. Difendiamo la politica, il giornalismo e il valore del privato, perché non possiamo farci tirare per la giacchetta ogni volta”. Questa affermazione ha fatto eco a un tema centrale del volume: il contrasto tra la sfera privata e il ruolo pubblico, in cui il potere e la responsabilità si intrecciano, e dove la verità – anche se scomoda – deve sempre emergere.
Il libro non si limita a narrare eventi, ma scava nei meandri della responsabilità personale e della vicenda politica. Piero Marrazzo ha raccontato, con evidente emozione, del “caso dei carabinieri infedeli”, evidenziando come, nonostante le accuse e il clima di fake news, egli non sia mai stato indagato né raggiunto da un avviso di garanzia. “Le fake news, sospinte dal velo dell’ipocrisia, hanno cercato di legarmi a due morti – quella di una donna transessuale e quella di un pusher – facendo di me un emblema della responsabilità che, a suo dire, non dovevo assumere”, ha spiegato l’autore, ribadendo la necessità di mettere al centro il garantismo e la trasparenza.