Cosenza, Consiglio comunale sulla crisi idrica: gli interventi dei tecnici e dei Consiglieri

Il riassunto di quanto emerso nel corso dell'ultimo Consiglio Comunale che ha visto la risorsa idrica e la sua gestione al centro del dibattito

A cura di Redazione
04 dicembre 2025 18:30
Cosenza, Consiglio comunale sulla crisi idrica: gli interventi dei tecnici e dei Consiglieri -
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Cosenza - Nel corso della seduta del Consiglio comunale che si è occupato della crisi idrica e della gestione del servizio idrico sono intervenuti anche il direttore generale di Sorical, ing. Giovanni Paolo Marati, l’Architetto Fabio Alberto Foti, dirigente dell’Area Servizio Idrico integrato di Arrical e l’ing.Giovanni Ioele del Dipartimento Territorio e Tutela dell’ambiente della Regione Calabria.

Marati ha sottolineato l'importanza dell'argomento in trattazione “che è di interesse da parte di tutti gli stakeholders relativamente al servizio idrico integrato. L’acqua non ha colore politico, ma interessa tutti i cittadini. Abbiamo il dovere come parti interessate – ha aggiunto il direttore generale di Sorical – a fornire chiarimenti e a programmare tutti gli interventi necessari per erogare un servizio che sia adeguato a una regione europea nella quale gli standard sicuramente non risultano oggi adeguati a quelli normali”. Marati ha ribadito, inoltre che “è doveroso prendere atto del fatto che i cittadini hanno ragione a protestare. L'impegno di tutte le parti in causa è quello di cercare invertire la tendenza e programmare interventi gestionali e investimenti tali da migliorare il servizio. Non avremo una bacchetta magica, ma abbiamo il dovere di cominciare a farlo”. Quindi l'ing.Marati è entrato più specificamente nel dettaglio. “Cosenza è il terminale di due acquedotti importanti che sono quello del Bufalo e l'Abatemarco. Un sistema che è sicuramente il più grande e il più complesso dell'intera regione, serve 38 comuni e rappresenta una criticità rilevante, in quanto sappiamo che si tratta di opere risalenti all'epoca della Cassa per il Mezzogiorno e che negli anni non sono stati né rinnovati, né rifunzionalizzati. Quando si verificano interruzioni negli acquedotti le ripercussioni si avvertono per diverse ore a valle, perché la ripresa delle distribuzione delle reti diventa molto più lenta. E quindi il nostro dovere, come Sorical, è quello di programmare interventi nella parte di adduzione, al fine di consentire di effettuare quegli investimenti necessari per ridurre i tempi di disservizio di questo schema acquedottistico”. Per Marati “se fosse solo questo il problema, si verificherebbe solo quando c'è l'interruzione, ma paradossalmente il problema degli ultimi mesi si è verificato in un periodo nel quale non c'è stata alcuna interruzione. Da settembre forniamo acqua continuamente alla città di Cosenza senza avere ripercussioni. Nonostante questo, ci sono stati problemi legati a diversi fattori. Anzitutto fattore essenziale – ha specificato l'ing.Marati - le sorgenti a monte dei 2 acquedotti hanno subito una consistente riduzione a causa della problematica climatica. Nel caso specifico abbiamo avuto una riduzione degli afflussi nell’ordine del 35%. Per fortuna in questo momento siamo in una fase nella quale le sorgenti si stanno lentamente riprendendo, con una riduzione del 21%”.

Marati ha inoltre ricordato che il livello di dotazione idrica della città di Cosenza è particolarmente elevato. “Noi oggi stiamo fornendo a Cosenza un livello di portata pari a 580 litri per ogni abitante al giorno. Non solo bisogna risolvere un problema a monte e garantire una continuità della risorsa, ma dobbiamo intervenire anche a valle per cercare di migliorare la distribuzione di questa portata. Quindi sfruttare da un lato gli interventi che sono stati fatti”. E ha ricordato che la Regione ha investito nella città di Cosenza, ma anche in altre città, mappando, nella città capoluogo, oltre 250 chilometri di rete, ha fatto interventi di moderazione idraulica, ha inserito oltre 250 valvole di regolazione, dotando la città di una parte di infrastrutture. “Questo, chiaramente, non significa che ha risolto il problema perché è evidente che una rete di 250 km e oltre non può essere sistemata dall'oggi al domani, però ci sono interventi che con poco sforzo riescono a migliorare una buona parte del servizio che con altri interventi può essere portato a livelli standard. Ma con la dotazione che è stata messa in campo già si può avviare un'attività di miglioramento del servizio che potrebbe dare delle risposte abbastanza a breve termine”. Marati ha chiarito, inoltre che “se l’acqua arriva ai serbatoi, bisogna fare in modo che i distretti siano separati, perché se sono tutti uniti, tutta l'acqua arriva al distretto che è favorito con il risultato che i distretti sfavoriti non la ricevono mai. Se non c'è una gestione dei vari distretti, con una chiusura di determinati collegamenti tra un'area e l'altra, si può verificare una distribuzione disomogenea del flusso idrico all'interno delle reti”. Uno dei primi obiettivi indicati da Marati è quello di mettersi tutti intorno a un tavolo, indipendentemente dai ruoli, e dare un contributo per migliorare il servizio anche a livello della distribuzione cittadina. “Bisogna capire dove è meglio intervenire per regolare i vari flussi idrici e migliorare la distribuzione idrica. Nel frattempo stiamo portando avanti un'attività che guarda al futuro e abbiamo richiesto anzitutto alla Regione di finanziare un intervento essenziale nella condotta principale di adduzione dell'Abatemarco per sostituire tutto il sistema di by pass dell'Acquedotto Abatemarco. che negli anni non è stato mai mantenuto e sostituito. Oltre a questo intervento immediato, abbiamo avviato anche un’attività di progettazione che ci consentirà a gennaio di presentare un progetto strategico sull’Abatemarco per una ristrutturazione complessiva di tutto lo il suo schema”. In conclusione l'ingegner Marati ha sottolineato che si sta ragionando su più fronti, a breve, medio e lungo termine e ci auguriamo che i primi interventi che potremo fare, a livello di regolazione delle portate, possano un po' alleviare i disagi”.

Subito dopo, sempre per la parte tecnica, è intervenuto l’Architetto Fabio Alberto Foti, dirigente dell’Area Servizio Idrico integrato di Arrical che ha sottolineato come “il problema della carenza idrica è un problema che investe la struttura ed il sistema territoriale e che ha diversi aspetti che devono essere valutati, da quello climatico ( problema della contrazione del liquido) alle perdite delle reti”. Per l'architetto Foti la questione di Cosenza, per essere affrontata compiutamente, va ricondotta nella prospettiva di Arrical, tenendo presente, per gli aspetti tecnici, che in questi anni abbiamo attivato delle iniziative che possono dare un contributo importante alla soluzione del problema”. Foti ha anche ripercorso la recente storia di Arrical che “dal 2022, attraverso la legge 10, è stato introdotto nella nostra regione come Ente di programmazione e regolazione che si occupa dei servizi pubblici locali a rete dei rifiuti e delle risorse idriche. Arrical, come ben sapete è composta dai sindaci di cui fa parte autorevolmente anche il sindaco Franz Caruso, che è sempre molto attivo all’interno del Consiglio comunale con proposte ed iniziative”. Foti ha richiamato anche la dicotomia con Sorical come responsabile dell’ adduzione e che è anche il gestore del servizio idrico. “In questo senso – ha detto - abbiamo una transizione in essere, proprio perché un servizio industriale in una Regione non si inventa in un giorno. Da qui a breve saremo chiamati, come consiglio direttivo, a discutere sulle revisioni del programma dei subentri ed il subentro, per quanto riguarda il comune di Cosenza, nel servizio idrico integrato è programmato per il secondo semestre del 2026. C'è quindi da un lato la transizione del servizio idrico integrato del gestore unico e, dall'altro, la programmazione di interventi e di investimenti. Il Piano d’ambito del servizio integrato, approvato nel 2024, assegna al Comune di Cosenza il lavoro più importante della Regione Calabria perché è un territorio che ha un’ampia fascia di popolazione e presenta le strutture più importanti e consistenti dell’intera regione. Il Piano assegna risorse destinate a risolvere le criticità. In questa direzione, abbiamo programmato negli ultimi tempi risorse per il computamento finanziario dell’ingegnerizzazione che è un aspetto fondamentale. In altri termini, la conoscenza delle reti è la base essenziale per poter individuare le criticità e gli investimenti da compiere che noi, come ente di programmazione, dobbiamo poi mettere in campo”. Foti ha parlato, inoltre, di un finanziamento di 10 milioni di euro, di cui una parte riguarda il distretto di Cosenza, per  interventi di ammodernamento e sostituzione delle condotte sugli schemi idrici. “Altri 4 milioni – ha aggiunto – saranno impiegati per l’efficientamento idraulico, l’efficientamento dei campi/pozzi, alcuni interventi sulle diramazioni. Altre risorse finanziarie saranno programmate più avanti. Da parte nostra, come ente di regolazione e di programmazione abbiamo nella massima considerazione il Comune di Cosenza, il suo territorio e questa vasta area, al fine di costruire una prospettiva per recuperare il gap infrastrutturale presente e dare la possibilità, sia al gestore ma anche ai cittadini, di risolvere i problemi che in parte vengono rappresentati legittimamente dalle forze politiche.  Arrical sarà presente per dare il proprio contributo”.

L'ultimo contributo tecnico alla discussione è arrivato dall'ing.Giovanni Ioele del Dipartimento Territorio e Tutela dell’ambiente della Regione Calabria.

“Come Regione – ha detto Ioele - abbiamo realizzato negli anni scorsi un intervento che era un progetto pilota perché siamo partiti con uno studio di fattibilità che ha interessato tutta la regione Calabria con i primi 5 interventi sui comuni capoluogo. L'intervento realizzato su Cosenza – ha precisato l'ing.Ioele - aveva il valore di un quadro economico di 8 milioni e mezzo di euro. Un contratto sviluppatosi tra il 2017 e il 2023. Siamo stati fermi per un anno a causa del Covid. Abbiamo eseguito la mappatura dei 250 chilometri di rete, una serie di misure di pressione e di portata dei modelli idraulici e da questo la ricerca perdite. Sono scaturite una serie di linee guida progettuali. Il budget ha permesso di realizzare solo in parte le linee guida. Abbiamo iniziato a sostituire una serie di condotte nel quartiere di via Popilia, in quello di Torre Alta e via via verso il centro città. Non è stato possibile realizzare altri interventi per ragioni di budget. Abbiamo inoltre lavorato sulle perdite fisiche. Nello stato finale ne risultano riparate 250”. Quindi l'ing.Ioele ha elencato i lavori più importanti: la sostituzione di 15 chilometri di condotte, che rappresentano un 7-8% del totale; la creazione dei presupposti della distrettualizzazione per fare in modo che i tre serbatoi di Mussano, De Rada e Merone possano approvvigionare tutte le tre aree disomogenee della città. “Abbiamo notato, attraverso un esperimento – ha aggiunto Ioele – un problema di squilibrio sulle cisterne di accumulo dei condomini, unito al problema degli allacci spropositati e troppo grossi”. Una delle azioni che l'ing.Ioele ha raccolto è quella di istituire un tavolo permanente di concertazione tra i diversi attori in campo ed anche quella di andare a vedere, condominio per condominio, se si possono ridurre questi allacci che sfavoriscono il resto della città. “A nostro avviso – ha precisato - c’è una cattiva gestione delle utenze nei condomini, perché l'acqua entra in maniera repentina, fa riempire le cisterne e sicuramente non c’è un sistema di ritenuta che blocca il flusso e quindi quel condominio prende acqua in più e paradossalmente la butta in fogna. Un po’ di azioni sono state fatte, si può fare anche altro. Sull'Abatemarco, ad esempio, abbiamo contrattualizzato un anno fa un lavoro di 12 milioni di euro e nel corso del lavoro con Sorical è stata fatta una riflessione: è importante ingegnerizzare ed efficientare le reti dei 24 comuni che porteranno un beneficio anche su Cosenza, però è importante il lavoro sui by-pass in quanto vanno sostituite 8 idrovalvole (il cui costo è di 60 mila euro ognuno). Sono state già comprate e nei mesi successivi saranno sostituite. Anche questo va nella direzione di una serie di azioni complessive che dovrebbero migliorare il servizio”.

Tra i consiglieri comunali è poi intervenuta Alessandra Bresciani che ha sottolineato la grave crisi idrica che da mesi colpisce Cosenza e la sua provincia. “I rubinetti restano a secco per gran parte della giornata – ha aggiunto Bresciani - e interi quartieri, dalla periferia al centro città, vivono senza acqua. Famiglie, attività commerciali e strutture pubbliche hanno dovuto adattare le proprie abitudini ai capricci degli acquedotti. Un problema vecchissimo che si ripresenta puntualmente, nonostante le promesse di intervento. L’acqua resta un miraggio e la pazienza dei cittadini è terminata. A peggiorare il clima di tensione – ha rilevato Bresciani - diverse settimane fa, diversi condomini hanno dichiarato di aver ricevuto da Sorical avvisi di sospensione del servizio a causa di bollette non saldate. Molto grave, se è vero”. Quindi la consigliera Bresciani ha ricordato l'incontro avuto da una delegazione di Sindaci, guidata dal primo cittadino di Cosenza, Franz Caruso,

Di fronte a questa emergenza, una delegazione di sindaci, guidata dal Sindaco di Cosenza Franz Caruso, con i vertici di Sorical, ricordando quanto sostenuto da quest'ultima e cioè che per intervenire in modo efficace, occorre conoscere con precisione lo stato degli asset infrastrutturali, così come è stata ravvisata anche la necessità, sempre da parte di Sorical, di bonificare la banca dati degli utenti per poter intervenire efficacemente”.

Nel corso del suo intervento, Alessandra Bresciani ha posto alcuni interrogativi.

“L’acqua c’è o non c’è? Il problema è la siccità o la gestione dei dati? La riduzione della portata idrica è conseguenza dei guasti o una scelta strategica per ottenere nuovi finanziamenti pubblici?”. Per Bresciani “è arrivato il momento di dire basta a serbatoi vuoti, bollette salate e comunicati evasivi. È necessario: garantire un servizio idrico sicuro e continuo per tutti i cittadini; pianificare interventi strutturali immediati sulla rete idrica; richiedere trasparenza totale nella gestione del patrimonio idrico regionale; prevenire che l’acqua diventi strumento di pressione politica o finanziaria.

Non possiamo più accettare che la sete quotidiana dei cosentini sia la conseguenza di decenni di incuria e promesse disattese. Anche perché, Sorical, società affidataria della gestione degli acquedotti regionali, ha il compito di prevenire le crisi idriche, pure in stagioni siccitose, con interventi idonei a evitare che si rimanga senza acqua. Con la stipula della Convenzione trentennale – ha rilevato Bresciani - la società si era, infatti, impegnata a garantire continuità e affidabilità del servizio. La società si era impegnata a realizzare un sistema industriale di gestione idrica capace di programmare investimenti, completare infrastrutture e garantire un servizio costante.

La domanda è: dal 1997 ad oggi, cosa ha realmente fatto la Sorical? Il servizio resta inadeguato, le risorse disperse, le infrastrutture obsolete, e i cittadini pagano bollette elevate senza ricevere ciò a cui hanno diritto. La gestione idrica, bene primario e diritto universale – ha concluso Bresciani - non può continuare a essere trattata come se fosse un lusso stagionale”.

E' stata poi la volta della consigliera Bianca Rende.

L'intervento della consigliera Rende è stato mosso “dalla necessità di sciogliere dei nodi rispetto ad informazioni contrastanti che si sono succedute negli ultimi mesi. Ciò che è certo è che oggi Cosenza, come altri comuni della provincia, soffre una grave crisi idrica, che vede l'acqua presente nelle case solo per due ore al giorno e chi non ha riserve o strumenti di accumulo si trova senza un goccio d'acqua per buona parte della giornata, con grave rischio anche per la salute e l’igiene”.

Molteplici sono stati i chiarimenti che Bianca Rende ha chiesto ai tecnici presenti, ad esempio sullo stato del progetto cantiere Abatemarco per il quale era stato redatto uno studio di fattibilità nel febbraio 2013. Un intervento di 64 milioni di euro. Inizialmente la responsabilità dell’attuazione era stata assegnata a Sorical. L'intero intervento nel 2018 è stato trasferito alla società Sorical individuandola come soggetto attuatore. Succede che Sorical non fa nulla di tutto quello che le era stato dato mandato di fare e quindi nel corso del 2019 e a tutto il 2020, la Sorical non ha prodotto nessun intervento, rimanendo bloccato l'iter del procedimento. La regione Calabria ha revocato parzialmente la deliberazione del 2018 e attribuisce la responsabilità di tutti gli interventi al Dipartimento di tutela dell'ambiente. Lanciare dunque strali contro Sorical non è propriamente corretto in quanto la responsabilità dell'intervento è passata al Dipartimento dell'Ambiente”.

Bianca Rende ha poi ricordato di aver proceduto, in queste settimane, a due accessi agli atti, uno al settore lavori pubblici e l'altro al settore manutenzione straordinaria, chiedendo al settore lavori pubblici quali interventi fossero stati realizzati e alla manutenzione straordinaria quali fossero gli ultimi aggiornamenti. “Il dirigente dei lavori pubblici mi ha detto che c'è stato un progetto di 5 milioni di euro per ingegnerizzazioni che però non è stato mai consegnato perché è stato realizzato solo per il 75%. Dire che è stata realizzata l'ingegnerizzazione, pertanto, non è corretto nella misura in cui questi lavori non sono stati consegnati e quindi in realtà il Comune di Cosenza non ha mai usufruito di questa ingegnerizzazione. Oggi apprendiamo che è stata realizzata la mappatura delle reti, ma l'interrogazione rivolta al dirigente del settore manutenzione straordinaria ci dice, nella risposta, esattamente il contrario e cioè che non riconosce l'esistenza di una mappatura efficiente nel Comune di Cosenza. Questa è – ha ribadito Bianca Rende – è la situazione nella quale ci troviamo. La confusione regna sovrana. La Regione afferma di aver realizzato diversi interventi ed effettivamente alcuni sono stati realizzati, ma si tratta di interventi incompleti. E' una situazione inconcepibile rispetto al fabbisogno di una città come Cosenza. Non ha molto senso contrastare Sorical perché Sorical è il soggetto attuatore, responsabile della gestione risorsa idrica dall'adduzione alla rete comunale. Il problema non è Sorical, ma il Dipartimento Tutela dell'Ambiente della regione che avrebbe dovuto attuare gli interventi. Chi dovrebbe prendere conoscenza del proprio ruolo è Arrical che ha la governance della risorsa idrica in Calabria. Arrical avrebbe dovuto compulsare la Regione per l'attuazione di tutto il piano d’ambito”. Bianca Rende ha in conclusione chiesto di avviare un tavolo tecnico, una cabina di regia che si occupa seriamente della questione dell'acqua a Cosenza che è legata alla obsolescenza delle reti idriche, perché la rete andrebbe quasi integralmente sostituita. La mia richiesta è che si instauri questo dialogo interistituzionale che è mancato sino ad oggi, ma che soprattutto che nel bilancio del Comune di Cosenza venga prevista una somma adeguata per la limitazione delle perdite, ma soprattutto per la realizzazione della mappatura e della diagnosi, perché se non sappiamo come è composta oggi la rete del Comune, brancoliamo nel buio”.

Nell'intervento successivo, il consigliere Giuseppe d'Ippolito che si è detto dispiaciuto per l'assenza di grossa parte della maggioranza, ha sottolineato l'importanza di questo confronto, voluto e che rappresenta un importante punto di partenza. “Sembrava che Arrical, Sorical e la Regione non volessero interfacciarsi, ma così non è stato, per cui mi ritengo già soddisfatto”. Ed ha ringraziato il Presidente del consiglio Mazzuca che si è reso parte diligente nell’ottenere il confronto. La parte che più mi ha colpito dell'intervento dei tecnici è che oggi sembrerebbe che ci siano 580 litri al giorno pro capite. Una famiglia media di quattro persone dovrebbe avere circa duemila litri di acqua al giorno. L'acqua oggi in alcune famiglie, compresa la mia, arriva per 47 minuti al giorno ed è una cifra che non si avvicina minimamente a quella che è stata detta”. E sulla mappatura della rete il cosnsigliere d'Ippolito si è posto degli interrogativi. “Possiamo continuare a rifarci alla tradizione orale e a ribadire che non abbiamo nessuna conoscenza sulla nostra rete? Mi sono preoccupato di verificare – ha aggiunto d'Ippolito – gli interventi che come Comune sono stati fatti negli ultimi anni. E' emerso che abbiamo speso circa 600 mila euro del nostro bilancio per effettuare riparazioni su perdite. Mentre fino al 2024 avevamo alcune imprese che per circa 40 mila euro all'anno svolgevano un’attività di sorveglianza delle condotte, oggi questo lavoro viene affidato a tre dipendenti comunali. Forse sarebbe il caso – ha detto ancora d'Ippolito – di rivedere questa impostazione politica e richiamare un’impresa per fare le manovre. Negli ultimi mesi il servizio è decisamente peggiorato. Abbiamo necessità di chiarire qual è lo stato delle condotte. Sta di fatto che nelle case dei cittadini l’acqua non arriva.

Vogliamo cedere il servizio al gestore unico? Vogliamo anticipare i tempi di questa cessione programmata a metà del 2026?”.

Nel corso del dibattito è intervenuto anche il consigliere Giuseppe Ciacco che ha premesso che la questione va affrontata in modo diretto, senza giri di parole o assumendo posizioni strumentali, ma soprattutto senza confondere i cittadini.

“Diciamo le cose come stanno – ha esordito Ciacco -: in Calabria la titolarità del sistema idrico integrato appartiene, in via esclusiva, alla SORICAL; la governance del servizio appartiene all’ ARRICAL. Il Comune, in questo contesto, è stato ridotto a un ruolo marginale: incassa il tributo e trattiene una quota minima, da prefisso telefonico. Questa è la fotografia reale del sistema – ha detto il consigliere Ciacco - ed è da qui che dobbiamo partire per capire cosa sta succedendo”.

Quindi il consigliere Ciacco è entrato nel merito della questione.

“Per l’acquedotto di Colle Mussano, che serve via Popilia, si registrano -15 litri al secondo, mentre Serra Spiga segna -7 litri al secondo. Ancora più grave la situazione per l’acquedotto di Timpone degli Ulivi con -5 litri al secondo, fino al centro urbano dove la portata passa dai 240 ai 180 litri al secondo.

Questa è la riduzione imposta da SORICAL: una situazione oggettivamente inaccettabile. Dal mese di agosto a oggi – ha ricordato ancora Ciacco - si è registrata una diminuzione costante degli approvvigionamenti idrici provenienti dalla dotazione idrica della SORICAL. Oggi, rispetto al mese di agosto 2025, la dotazione idrica che la SORICAL fornisce alla città di Cosenza è diminuita, esattamente del 50%. Sorical dice del 35%. Comunque sia, c’è una diminuzione assai significativa.

Al serbatoio Merone, che è una delle 3 sorgenti di proprietà comunale, la SORICAL, attraverso lo schema idraulico dell’Abatemarco, il mese di agosto, conferiva 150 litri al secondo, oggi ne arrivano 75. Giusto la metà. Un taglio drastico, che ha messo in ginocchio la città”. Giuseppe Ciacco reputa tutto questo paradossale, “perché, in Calabria, l’acqua c’è. E che l’acqua ci sia, non lo dico io, lo dice apertamente anche l’ing. Marati, il Direttore generale della SORICAL”.

Per il consigliere Ciacco è inutile tergiversare: “la riduzione dell’approvvigionamento è l’unica causa del gravissimo disservizio. Chi dice che la colpa è del Comune, insinuando addirittura una distribuzione arbitraria, tale da privilegiare alcuni quartieri a discapito di altri, è in mala fede.

Bisogna fare chiarezza su questo specifico profilo. Quando si dice che alcuni quartieri sono serviti e altri no, a causa delle manovre manuali di apertura e di chiusura, si dice qualcosa che non corrisponde alla realtà. Le manovre non c’entrano nulla. C’entrano elementari leggi idrauliche. Se l’acquedotto del Merone, morfologicamente, serve prima le zone più alte della città e poi le parti più basse, è evidente che le parti più basse entrano in sofferenza, prima e più delle parti più alte. E' giusto che i cittadini protestino. Ci mancherebbe altro. Le loro proteste sono legittime e sacrosante. I cittadini, giustamente, vogliono l’acqua ai rubinetti delle loro case. E noi, nonostante l’Ente comunale non abbia competenza diretta nella gestione del sistema, abbiamo, tuttavia, il dovere di raccogliere le proteste della popolazione e di tradurle in fatti concreti, perché l’accesso all’acqua potabile è un servizio che deve essere garantito senza se e senza ma. Noi non possiamo rimanere indifferenti e non rimarremo indifferenti. Prendiamo atto – ha detto Ciacco - della disponibilità che, qui e ora, Sorical ha manifestato. E, tuttavia, il problema non può più essere gestito come un’emergenza episodica.

Che fine hanno fatto i 22 milioni di euro di finanziamenti -si è chiesto Ciacco - stanziati nel 2018 e finalizzati proprio a interventi anche sulla rete idrica della città di Cosenza. Che fine hanno fatto? Lo vogliamo e lo dobbiamo sapere.

L’ing Marati, il Direttore generale di SORICAL, dice che sulla distribuzione c’è stato un intervento finanziato dalla Regione Calabria, realizzato negli anni scorsi, che ha interessato la città di Cosenza. Ma qualcuno ha mai visto i documenti di collaudo di questi lavori? Qualcuno ha contezza di questi lavori eseguiti sulla rete di Cosenza? È stato verificato che le ditte incaricate abbiano effettivamente portato a termine i lavori finanziati?”.

Per Ciacco è arrivato il momento di dire basta. Noi quello che potavamo fare, sia pure nei nostri limitati poteri di intervento, lo abbiamo fatto.

Per esempio, abbiamo messo in funzione 3 pozzi a Mussano, che prima non funzionavano. È poca cosa? Certo non è la soluzione definitiva, ma ha comunque contribuito ad aumentare la disponibilità di acqua. E, tuttavia, urgono interventi infrastrutturali organici”. Poi il consigliere si è soffermato sull'Abatemarco. “Un'opera vetusta, che presenta frequenti perdite e rotture. È uno schema idraulico, che risale all’epoca della Cassa per il Mezzogiorno e che, verosimilmente, è arrivato alla fine della vita utile. Ciò non significa che bisogna sostituire tutto l’Abatemarco (sono oltre 130 Km di condotta adduttrice), ma significa sistemare, sin da subito, le parti critiche della grande adduzione. Ovvero, bisogna mettere in campo un significativo intervento di rifunzionalizzazione dello schema. È surreale che nel 2025 si debba parlare ancora di manovre manuali. Gli impianti devono essere digitalizzati, il controllo deve essere fatto a distanza, la pressione va controllata a distanza. Non è più possibile fare manovre manuali.

Insomma, bisogna ingegnerizzare la rete. Manca invece un sistema efficiente e aggiornato. Ed è su questo che bisogna lavorare, con responsabilità e con determinazione. È in gioco un diritto fondamentale e questo diritto fondamentale dei nostri concittadini noi lo difenderemo e lo tuteleremo senza esitazioni”.

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