Cosenza celebra i 100 anni dell'ispettore di polizia Francesco Grandinetti

Ad omaggiarlo e a portargli il saluto del Sindaco Franz Caruso, è stato, per conto dell'Amministrazione comunale il delegato del primo cittadino Francesco Turco

A cura di Redazione
09 dicembre 2025 19:00
Cosenza celebra i 100 anni dell'ispettore di polizia Francesco Grandinetti -
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Cosenza - Una memoria fervida che si illumina ad ogni racconto e che mai farebbe pensare ai suoi 100 anni appena compiuti. Ha festeggiato ieri il suo centesimo compleanno Francesco Grandinetti, classe di ferro 1925, ispettore della Polizia di Stato, residente a Cosenza in via Mancuso, nel quartiere di via degli Stadi. Nella sua abitazione sono arrivati tanti amici e vicini di casa. Ad omaggiarlo e a portargli il saluto del Sindaco Franz Caruso, è stato, per conto dell'Amministrazione comunale, il delegato del primo cittadino Francesco Turco. Con lui anche il parroco della Chiesa di San Giuseppe a Serra Spiga, Don Andrea Piccolo. Francesco Grandinetti ha lavorato nell'Ufficio politico della Questura, nei nuclei antiterrorismo, nei servizi di sicurezza e nella Digos, per lungo tempo a Verona. Servitore dello Stato senza risparmio di energia, è un uomo che dispensa umanità e sorrisi ad ogni piè sospinto, anche se, sia pure per un attimo, ha ceduto alla commozione quando ha spento le cento candeline, mentre chi gli stava intorno gli ha dedicato tutto l'amore possibile, quello che si è felici di donare a chi lo merita e il signor Francesco ne ha meritato tanto durante la sua lunga esistenza. Non si è sottratto al racconto, anche durante la visita del consigliere Turco, durante la quale ha ripercorso alcuni frammenti della sua vita, offrendo uno spaccato della Cosenza dei primi del novecento, con le sue miserie, i suoi pregi, le sue trasformazioni.

Di umili origini - il padre era un muratore che si guadagnava da vivere a prezzo di grandi sacrifici, mentre la madre si dedicava amorevolmente alla famiglia - Francesco Grandinetti era nato al pianterreno di un vecchio palazzo, nel quartiere Paparelle, nel centro storico, e, aveva ancora un anno quando si trasferì nel rione Spirito Santo, in una piccola casa di proprietà della famiglia Barbarossa, nota a Cosenza perchétitolare di diversi storici negozi di biciclette. Con questa famiglia i Grandinetti strinsero un rapporto di grande vicinanza ed affetto e quando si trasferirono in Corso Mazzini, Francesco non era affatto contento perché avvertiva la mancanza degli amici dello Spirito Santo e della Chiesa dove frequentava l'oratorio. Un quartiere nel quale si era respirata, a pieni polmoni, tanta armonia. Adesso, nella sua casa di via Mancuso, l'ispettore Grandinetti vive da solo, andando spesso con la mente ai ricordi del passato che sfoglia come se fosse un album fotografico. La sua memoria fervida e la mente lucidissima, nonostante le sue cento primavere, hanno fatto esclamare al delegato del Sindaco, Francesco Turco che “una cosa del genere in quattro anni di omaggi ai centenari della città non l'avevo mai vista. Deve esserci stato qualche errore nei dati anagrafici perché il signor Grandinetti dimostra molti meno anni di quello che risulta nei data base comunali”. Miracoli della longevità. Sta di fatto che nonostante la sua città di adozione, Verona, dove ha lavorato per lunghissimo tempo da umile servitore dello Stato gli sia rimasta sempre nel cuore, l'ispettore Grandinetti si sente orgogliosissimo e fiero di essere calabrese e cosentino soprattutto. E a Cosenza ha vissuto anche mentre era costretto ad un serrato andirivieni tra Nord e Sud. Ricorda ancora di aver dato un modesto contributo a salvaguardare le istituzioni democratiche dello Stato. Ma il suo non è solo un contributo alle istituzioni, ma una vera lezione di vita di cui tutti dovrebbero far tesoro.Cos

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