Cosenza, al Liceo Telesio si parla di legalità e futuro
“I ragazzi di via D'Amelio” incontrano gli studenti del Telesio
 
                                                    Cosenza - Si è tenuto presso l'aula magna del Liceo Classico "Bernardino Telesio" un significativo incontro sul tema della legalità e della lotta alle mafie, che ha visto protagonisti i giovani membri dell'Associazione "I ragazzi di via D'Amelio". L'iniziativa, di cui si è fatta promotrice la Prof.ssa Antonella Ventura è stata accolta immediatamente dalla dirigenza scolastica, in quanto si inserisce nel filo conduttore scelto per quest'anno di attività:"Identità e Consapevolezza".
Il Presidente dell'Associazione, Raffaele D'Alfonso del Sordo, collegato in streaming, ha sottolineato come l'obiettivo primario del gruppo sia creare una consapevolezza diffusa. L'Associazione nasce dal desiderio comune di tornare a investire nel proprio territorio di origine.
"Quando frequentavo il liceo, l'unica cosa che sentivo dai miei genitori era 'vai a Roma, vai dove ti pare ma non tornare perché tanto le opportunità non ci sono qui'", ha raccontato D'Alfonso del Sordo, evidenziando il dovere morale di dare seguito ai propri studi: "Giurisprudenza ci dà la possibilità di comprendere il diritto e le leggi, che creano un ordine che le organizzazioni criminali ovviamente non vogliono". L'invito alla riflessione è stato diretto: "Basta rispondere alla domanda se si è felici di dove si vive... Se si crea il dubbio tra di noi, allora siamo riusciti in qualcosa."
Il Dirigente Scolastico, Domenico De Luca, ha introdotto il tema allargandolo dalla "mafia" alla "mafiosità", intesa come "tutte quelle sfumature e atteggiamenti oggigiorno presenti", suggerendo che si possa cambiare il mondo "cominciando ognuno a trovare una dimensione per rendersi utile alla causa comune".
Durante l'incontro, Alessandro Grasso, Francesco Cammisa e l'ex studentessa del "Telesio" Giulia Gentile, hanno illustrato agli studenti le 5 regole fondamentali contenute nel manuale, scaricabile gratuitamente dal sito dell'associazione. Queste regole mirano a spiegare come ambiti e pratiche quotidiane si traducano in un enorme profitto per la criminalità, spesso a nostra insaputa.
Gli ambiti dove si annida la Criminalità spaziano dalla contraffazione nell'agroalimentare e nelle shopper per la spesa, alle schedine, ai locali che si frequentano e al consumo di droghe. Il messaggio lanciato dai relatori è forte e chiaro: "Le mafie sono dove non ce lo aspettiamo e si alimentano del nostro silenzio. Possiamo decidere dove mandare i nostri soldi, essere meno superficiali".
Citando il giudice Paolo Borsellino "la mafia è un fenomeno umano e come tale deve cessare", gli ospiti hanno incoraggiato gli studenti a parlare e a esprimere il proprio pensiero in qualsiasi ambito. "Non esistono risposte assolute... la libertà si costruisce nel tempo e non si smette mai."
Le riflessioni degli studenti presenti in aula magna hanno colpito gli ospiti per la loro profondità. Tra i commenti emersi: “Questo incontro ci fa capire come anche l'esempio concreto e banale ci dice quanto la mafia sia pervasiva, non lontana da noi ma nella quotidianità”. “Abbiamo compreso L'importanza di "generare pensiero collettivo che ricada nell'individuale delle nostre coscienze critiche.”
E’ stato infine espresso apprezzamento per il fatto che "giovani del Sud si adoperino per cambiare le cose nella loro terra." Per concludere, un'altra frase che Borsellino spesso citata per evidenziare il ruolo cruciale dei giovani era:
"Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo."
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