Diamante intitola l’Istituto Comprensivo al Professor Nuccio Ordine
L’intitolazione assume così un valore simbolico e pedagogico: un nome che richiama quotidianamente l’importanza di mettere al centro le persone e non il profitto

Diamante - Una giornata storica e carica di emozione ha segnato la vita della comunità di Diamante: l’Istituto Comprensivo cittadino è stato ufficialmente intitolato al Professor Nuccio Ordine, illustre studioso e umanista di fama internazionale.
Con questo gesto, la città ha voluto rendere omaggio a uno dei suoi figli più illustri, riconoscendone non solo il valore accademico e filosofico, ma soprattutto il ruolo di autentico Maestro. Ordine, infatti, non si è limitato a trasmettere conoscenza attraverso i libri: il suo insegnamento è stato un esempio concreto di passione, coerenza e dedizione alla cultura come bene comune, accessibile a tutti.
Durante la cerimonia, l’amministrazione comunale ha sottolineato come il nome di Nuccio Ordine rappresenti un faro per le nuove generazioni, un’eredità morale e culturale che accompagnerà studenti e docenti nel loro percorso di crescita. “La scuola – ha ricordato il Comune – non è soltanto un luogo di apprendimento, ma una comunità viva, uno spazio in cui crescere come cittadini liberi, responsabili e solidali.”
L’intitolazione assume così un valore simbolico e pedagogico: da oggi, le ragazze e i ragazzi dell’istituto avranno un riferimento prezioso, un nome che richiama quotidianamente l’importanza di mettere al centro le persone e non il profitto. Un dono che diventa responsabilità da custodire con orgoglio, nel solco delle parole dello stesso Ordine: «La scuola deve porre al centro i ragazzi: non il mercato, non i profitti, ma le persone che saranno cittadini di domani.»
Il Comune ha rivolto un sentito ringraziamento alla famiglia del professore, alla dirigente scolastica e a tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata, partecipando a un tributo che resterà impresso nella memoria collettiva.
E il ricordo del Maestro continuerà a vivere nella quotidianità scolastica attraverso il suo insegnamento più profondo: «La scuola non deve essere fabbrica di voti o di diplomi, ma palestra di libertà, curiosità e cittadinanza.»