Corigliano-Rossano - Focus su violenza, educazione e nuove generazioni per i vent’anni della pedagogista Teresa Pia Renzo
Corigliano-Rossano - Di fronte al costante abbassamento dell’età, tanto delle vittime quanto dei carnefici nei casi di femminicidio e violenza...

Corigliano-Rossano – Di fronte al costante abbassamento dell’età, tanto delle vittime quanto dei carnefici nei casi di femminicidio e violenza, non è più azzardato ipotizzare che i bambini di oggi possano diventare i potenziali autori di crimini domani. La realtà che emerge dalla cronaca quotidiana impone una riflessione profonda: siamo nel pieno di una emergenza pedagogica senza precedenti, che tocca tutte le sfere della vita, dai contesti familiari alla scuola, ben oltre la sola – pur drammatica – dimensione della violenza di genere.
È questo il forte messaggio emerso nel corso del talk-show di alto profilo promosso in occasione dei vent’anni di attività della pedagogista Teresa Pia Renzo, che ha celebrato anche i dieci anni di impegno attraverso il Polo Infanzia Magnolia, a servizio della formazione per la prima infanzia. L’evento si è svolto al Teatro Paolella nel centro storico di Rossano, alla presenza di autorevoli ospiti del mondo delle istituzioni, della comunicazione, della giustizia e delle forze dell’ordine.
Un’emergenza educativa che parte dai genitori
«Non c’è più rispetto», ha affermato senza mezzi termini Teresa Pia Renzo, sottolineando come, nella sua lunga esperienza, abbia constatato un evidente declino educativo e culturale. «I genitori sono diventati tuttologi, pronti a giustificare ogni comportamento dei figli. Così facendo, li privano di identità, autonomia e senso del limite». Secondo la pedagogista, il cuore del problema sta proprio lì: in una generazione adulta diseducata, che spesso non è in grado di trasmettere ai propri figli i valori minimi della convivenza, del dialogo, della responsabilità.
Violenza, riconoscere i segnali sin dall’asilo
Il talk, dal titolo “Violenze a casa, a scuola, di genere. Governare l’emergenza pedagogica. Con i bambini per rieducare i genitori”, ha coinvolto, tra gli altri, il Ten. Col. Gianluca Marco Filippi, comandante del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Corigliano-Rossano; la giornalista Rai Vittoriana Abate e l’avvocato e docente universitario Cataldo Calabretta, co-autori del libro “Sulla pelle e nel cuore – Quei bravi ragazzi che uccidono”.
Tutti i relatori hanno condiviso la visione della Renzo, ponendo l’accento sull’urgenza di intervenire precocemente, sin dai primi segnali tra i banchi di scuola e d’asilo. Il rifiuto, la frustrazione, la noia, hanno detto, sono motori spesso sottovalutati, ma centrali nei processi di radicalizzazione emotiva e comportamentale nei giovani.
Abate: “Analfabeti emotivi incapaci di gestire un no”
«I ragazzi di oggi sono annoiati, emotivamente analfabeti, incapaci di fronteggiare la frustrazione del rifiuto», ha detto Vittoriana Abate, che ha ricordato casi di cronaca tristemente noti come quelli di Giulia Cecchettin, Fabiana Luzzi e Martina Carbonaro. Tutte vittime giovanissime, uccise da chi dichiarava di amarle. «È il rispetto – ha aggiunto – il valore fondamentale da recuperare».
Calabretta: “Ripartire dai genitori, l’anello debole della catena educativa”
Secondo Cataldo Calabretta, il problema non riguarda solo i giovani, ma soprattutto la responsabilità genitoriale. «La vera emergenza è la noia. I ragazzi sono iperstimolati ma privi di competenze specifiche. Manca il senso del limite e dell’impegno. I social diventano l’unica bussola. Ecco perché bisogna rieducare gli adulti, il vero anello debole della catena pedagogica».
Filippi: “Non basta la repressione, serve prevenzione culturale”
Il Tenente Colonnello Filippi, intervenendo anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca locale, ha evidenziato come il lavoro delle forze dell’ordine debba essere integrato da una forte azione di prevenzione. «Serve più consapevolezza sociale. Ognuno, nel proprio ruolo, può fare la differenza. E i cittadini devono imparare a denunciare e segnalare, anche nelle mura domestiche».
Montesanto: “La pedagogia è l’antivirus contro l’emergenza educativa”
A chiudere i lavori è stato il comunicatore strategico Lenin Montesanto, che ha rilanciato con forza l’appello della Renzo: rieducare i genitori per salvare i figli. «Oggi l’unica vera uscita di sicurezza per il Paese è investire sull’infanzia, rompere con l’omologazione e stimolare l’identità nei più piccoli. Se non si parte da qui, si mina alle fondamenta la tenuta democratica, economica e sociale dell’Italia».
Un traguardo e un nuovo inizio
Con i suoi vent’anni di professione e una visione educativa fuori dal coro, Teresa Pia Renzo ha rilanciato una battaglia civile che ha bisogno del contributo di tutti. La costruzione di un futuro meno violento passa dall’ascolto, dal rispetto, dalla formazione e da un’assunzione di responsabilità collettiva. La pedagogia – come ha dimostrato l’incontro – non è una scienza astratta, ma un’arma concreta di prevenzione e speranza.