9 marzo 2020, l'Italia intera è in quarantena. Il ricordo del lockdown per contrastare il Covid
“I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante delle persone in terapia intensiva e purtroppo delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a...

“I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante delle persone in terapia intensiva e purtroppo delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo a queste norme più stringenti”.E ra il 9 marzo del 2020 e in una conferenza stampa il premier Giuseppe Conte annuncia il lockdown. “Restiamo a casa” diventa lo slogan di una delle decisioni più difficili e drastiche legate all’inizio della pandemia.
L’Italia si ferma. Rimangono aperte solo le attività essenziali. Si muore di Covid e fa paura. Gli ospedali sono sotto pressione. Le bare sui camion militari a Bergamo diventano tragicamente l’immagine di un evento che è subito dramma. Come dimenticare le saracinesche abbassate, le strade vuote, l’assalto dei fuorisede per tornare a casa. E poi ancora le canzoni dai balconi, quei piccoli gesti per sentirsi meno soli. Sono passati quattro anni da quel giorno che cambiò radicalmente la vita di tutti gli italiani. In questi quattro anni si è cercato di fronteggiare un’ emergenza che oggi non c’è più. Abbiamo imparato a convivere col COVID, abbiamo imparato che l’uomo non è sempre padrone di quello che accade, degli eventi, della natura. Forse alcune cose, nel corso di questi anni, le abbiamo anche dimenticate. A volte farebbe bene a ognuno di noi ricordare la solidarietà, la necessità di un abbraccio, la bellezza di un sorriso non nascosto, l’importanza della scienza che ha permesso a molti di sopravvivere, perché ricordiamoci che morti per COVID ce ne sono stati troppi.