La filiera olivicola calabrese è in costante crescita. Tante sono le iniziative messe in campo da associazioni di categoria ed istituzioni per la promozione e la valorizzazione di un prodotto che rappresenta un marcatore identitario della nostra regione e della nostra economia. Basta pensare alla tradizione che accompagna la coltivazione e la produzione che si tramanda da intere generazioni. Sono però ancora molte le difficoltà del comparto, soprattutto in un periodo come quello che viviamo segnato dal caro-energia e dal cambiamento climatico. Della promozione e dell’importanza del settore per lo sviluppo ne abbiamo parlato con l’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria Gianluca Gallo.
Quanto è importante la filiera olivicola per la Calabria e la sua economia?
Molto, e da sempre. Attraverso la coltivazione dell’ulivo e la produzione e vendita dell’olio, nel corso del tempo, un numero infinito di famiglie calabresi ha potuto garantirsi condizioni di vita dignitose, tali da permettere ai propri figli la possibilità di intraprendere percorsi finalizzati allo studio e alla crescita personale. Certo, questo è costato – nei secoli – fatica, impegno, sacrifici. Proprio grazie a tutto ciò è giunto sino a noi un patrimonio anche identitario di enorme rilevanza, che va oggi tutelato e sostenuto, anche in considerazione dell’immenso patrimonio che la filiera olivicola rappresenta, pure in termini di biodiversità: più di 100 differenti varietà coltivate su oltre il 24% della superficie agricola complessivamente utilizzata, pari a oltre 160.000 ettari di uliveti, quasi la metà dei quali bio, con una produzione che fa della Calabria, con tre Dop e una Igp riconosciute, la seconda in Italia tra le regioni produttrici di olio extravergine di qualità.
Il caro energia ha portato ad un maggiore costo nella macinazione e nella raccolta: questo influenzerà il costo per i consumatori. Come si è mossa e come si sta muovendo la Regione e per sostenere il comparto?
È un obiettivo che contiamo di raggiungere favorendo innovazione, competitività, sostenibilità.
Va in questa direzione, per dirne una, la scelta di investire oltre 16 milioni di euro ottenuti nell’ambito del Pnnr sull’ammodernamento tecnologico degli oltre 700 frantoi attivi sull’intero territorio calabrese. Il bando per l’assegnazione delle risorse è stato pubblicato pochi giorni fa sul portale web della Regione. I produttori avranno tempo fino al 15 dicembre per presentare le loro candidature ed ottenere risorse che consentiranno di accrescere la sostenibilità del processo produttivo con l’introduzione di macchinari e tecnologie che consentano di migliorare le performance ambientali dell’attività di estrazione dell’olio extravergine di oliva, oltre che di ridurre la generazione di rifiuti e favorirne il riutilizzo a fini energetici. A ciò, per la prima volta, si abbinerà un obbligo preciso: prendere parte a percorsi formativi in tema di produzione e degustazione degli oli Evo. Anche da questo passa lo sviluppo del settore.
Il presidente del Consorzio Dop Alto Crotonese, Saverio Urso, ha consigliato di affidarsi ai piccoli produttori per avere un buon prodotto e accedere a prezzi minori. Lei è d’accordo?
Siamo grati e riconoscenti ai piccoli produttori per l’impegno che nel tempo hanno profuso, e continuano a garantire, per la tutela del settore.
Oggi più che mai, a partire da loro, è importante puntare sul concetto di rete: occorre privilegiare metodi e strumenti che consentano di unire e moltiplicare gli sforzi per essere competitivi sui mercati e cancellare antiche tare, come quella di vendere oli di qualità, ma sfusi, con una notevole erosione in termini di profitto e identità.
Oggi la Calabria olivicola deve essere sempre più presente con la propria storia, la qualità di sempre, una consapevolezza rinnovata.
Nei giorni scorsi è stata presentata la Carta degli extravergini d’oliva, la Calabria è ormai un forte marcatore identitario. In cosa si può ancora crescere? Su cosa si deve puntare?
La carta degli oli extravergini, elaborata grazie al prezioso lavoro del Crea ed alla sinergia con la Regione, rappresenta uno strumento essenziale sotto il profilo della conoscenza e può aiutare a favorire una spinta per la crescita del settore, nel connubio tra ricerca, innovazione, sviluppo. È inoltre indispensabile nella relazione con i consumatori, messi in grado di ottenere informazioni essenziali su provenienza e caratteristiche degli oli Evo oggetto di acquisto e consumo.
Nella Carta degli oli sonno presenti varietà per produrre oli monovarietali Dop e IGP. Quanto questo esalta il territorio e la sua produzione?
Ha indubbiamente un peso notevole. È un’opportunità da cogliere, forti della consapevolezza di poter offrire al mercato una vasta gamma di oli di qualità. Dobbiamo avere la capacità di assicurare ed esaltare sempre più il rapporto tra le specifiche cultivar, gli oli che ne derivano, il territorio di provenienza: un’operazione di trasparenza a tutela dei consumatori, ma anche il rinnovo di quei legami che hanno fatto dell’olivicoltura un tratto identitario della nostra Calabria. Una strada tracciata nei secoli, che si addentra in un futuro verso il quale dobbiamo camminare fieri.