L’aeroporto di Crotone, un tema su cui, da qualche tempo, è calato un po’ troppo silenzio. Per comprendere al meglio lo stato di salute dell’infrastruttura più strategica del territorio crotonese, abbiamo voluto intervistare Marco Franchini, amministratore unico della Sacal, che ci ha concesso il suo tempo nonostante i preparativi per l’assemblea dei soci di fine giugno.

Andiamo sui numeri. Come indicherebbe lo stato di salute dell’aeroporto di Crotone?
Crotone registra nel 2022 una perdita di 1.800.000 per un numero di passeggeri pari a 170.000. Dato irrisorio nel panorama aeroportuale nazionale. Se l’analizzo dal punto di vista aeronautico è una struttura non sostenibile, non si regge da sola, è encomiabile l’impegno della regione in termini di supporto, in termini anche di sviluppo del traffico turistico .
Qual è il numero di passeggeri che porterebbe al punto di pareggio?
Il punto di pareggio c’è e si raggiunge con un milione e duecentomila passeggeri. Si devono quindi sviluppare altre tipi di economia intorno al volo.
Crotone ha anche problemi dal punto di vista strutturale?
Noi stiamo andando avanti con tutta una serie di attività e di lavori (alcuni già in corso di esecuzione), come l’intervento sulla caserma dei vigili del fuoco, sulle strade perimetrali. Stiamo portando avanti anche con gli interventi che riguardano le attività di esproprio di un’area molto importante non solo per gli ILS ma anche per gli aspetti di safety di un aeroporto che deve avere aree limitrofe libere e sgombre da ostacoli. Mi trovo a dover risolvere problemi anche abbastanza difficili, pensiamo anche che l’aerostazione Pitagora non è collegata con la rete fognaria. Però l’impegno da parte della Sacal c’è ed è costante su un’area che ha una sua attrattività concentrata soprattutto nel periodo estivo, un’area che, però, avrebbe bisogno della presenza di alcune eccellenze in più per divenire più attrattiva. Sacal è solo un elemento della squadra, ma questo è un lavoro che va fatto tutti insieme, con tutti i soggetti del territorio. Dobbiamo far sì che Crotone diventi anche un luogo di grande qualità. Spero anche che la ZES possa attrarre investitori nelle aree limitrofe all’aeroporto.
Di cosa avrebbe bisogno il territorio per poter sfruttare al meglio la presenza di un aeroporto?
All’aeroporto va data una vita che va oltre al volo e oltre la stagionalità. Sarebbe importante, per esempio, sviluppare l’interazione nautica potrebbe avere senz’altro una valenza sull’aeroporto, l’intermodalità porto aeroporto, o quella tra aeroporto e ferrovia. Abbiamo chiesto più e più volte un collegamento diretto tra l’aeroporto e la stazione ferroviaria. Ma questi sono soltanto alcuni esempi.
Ritorniamo alle attività da sviluppare che possano generare economia per lo scalo.
Stiamo lavorando su un piano industriale che possa essere a quattro anni ma anche estendibile a dieci che possa prevedere su questo scalo anche una caratterizzazione di tipo industriale e per incentivare la presenza di industrie per la manutenzione, per il riutilizzo di parti aeronautiche, e soprattutto per quanto riguarda la formazione.
Nel piano industriale abbiamo inserito anche l’ampliamento dell’aerostazione (7 milioni di euro) con una sala d’imbarco più adeguata, e altri adeguamenti infrastrutturali importanti. Completeremo l’impianto ILS che comunque non è la soluzione a tutti i problemi. abbiamo previsto anche la realizzazione di un hangar del valore di 20 milioni di euro, proprio per poter incentivare la presenza di un soggetto che decida di venire a fare imprenditorialità nello scalo. Su questo aspetto voglio chiarire che le nostre non sono soltanto aspettative, abbiamo già trasferito ad Invitalia, che ci farà da stazione appaltante, i documenti per l’affidamento della progettazione e dei lavori di ampliamento dell’aerostazione (5,5 milioni), e per la digitalizzazione di tutti i processi interni all’aerostazione (due milioni di euro), 7,5 milioni già stanziati dalla Regione. Abbiamo già la progettazione esecutiva per il sistema di videosorveglianza degli accessi e per il rifacimento di tutta la recinzione perimetrale.
Prima parlava anche di formazione, che intende?
Riuscire a portare a Crotone tutta un’attività formativa avrebbe senso, per esempio, per iniziative di protezione civile. Fare nell’aeroporto un centro di formazione di Protezione Civile, argomento sul quale noi nel futuro dovremmo insistere. Fare a Crotone un hub formativo e operativo di Protezione civile, per le caratteristiche anche oleografiche dell’aeroporto che essendo su un altipiano è protetto. Potrebbe diventare un punto strategico internazionale, non solo per Calabria e le regioni limitrofe, ma anche per Albania e Grecia. In questo modo daremo una caratterizzazione allo scalo anche dal punto addestrativo, visto che le condizioni meteo dello scalo ce lo consentono.
Torniamo ai voli. Come incrementarli?
Dobbiamo trovare gli strumenti di supporto allo startup di nuovi collegamenti, strumenti legati però alle risorse che vorrà investire la Regione.
Parliamo di Ryanair. C’è stato un aumento dei costi, così come denunciato?
Un volo si paga tanto solo se acquistato all’ultimo momento, se si acquista per tempo le tariffe sono sempre le stesse.
E come mai, invece, ci sono alcuni voli cancellati?
Ryanair ha cancellato soltanto alcuni voli in alcune giornate perchè loro hanno problemi gravissimi di disponibilità di aeroplani, quindi stanno facendo una sorta di taglio programmatico. Ma su Ryanair voglio tornare perché vorremmo che attivasse nuove tratte, anche internazionali. Il nostro impegno su Crotone continua.
Che novità riguardo al volo per Roma?
Spero che dal prossimo mese di ottobre possano cominciare i collegamenti mattina sera con l’aeroporto di Fiumicino, dando quindi la possibilità a questa area (un’area poco maggiore di trecentomila abitanti) di poter raggiungere l’Hub di Roma Fiumicino dal quale poi poter avere tutte le prosecuzioni nazionali, internazionali e intercontinentali. Il senso di questo collegamento, mattina sera, è questo. Il bando è stato pubblicato, spero che entro un paio di mesi di poter avere la compagnia aerea che possa fare questa tratta. Sono prudente e uso il condizionale perchè già una volta questa aspirazione è stata, purtroppo, bruscamente fermata dal fatto che il bando è andato a vuoto.
Ma Sacal, invece come sta?
Tutto quello che abbiamo detto, investimenti, azioni, lavori, comunque, vanno collocati in una società come la Sacal che sta cercando di riemergere, un po’ alla volta, dalle nebbie in cui versa il suo bilancio critico. quindi tutte queste iniziative riusciamo a farle solo grazie al supporto che la Regione riesce a dare a questo territorio.
Gianfranco Turino